Volume 2 Introduzione: una sintesi preliminare delle due religioni primordiali antagoniste

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Indice dei contenuti

Nella mia presentazione della serie

Prefazione / Rassegna stampa

Come in questo caso, nella mia introduzione al secondo volume, ho menzionato il fatto che esso metterà in evidenza e confronterà due religioni, due versioni con interpretazioni divergenti degli stessi eventi storici dell’Eden biblico.

Mi sembra utile fornire nell’introduzione di questo volume un riassunto comparativo delle rispettive dottrine di queste due grandi religioni universali originarie (anche se il volume 2 sarà presentato in ordine cronologico e non dottrinale).

Penso che conoscere in anticipo le principali linee dottrinali alla base di ciascuno dei due sistemi di pensiero o religioni primitive vi permetterà, nel momento in cui vi troverete di fronte a un evento o a un insegnamento, di sapere come riposizionarlo correttamente nel quadro dottrinale generale della rispettiva religione.

Ovviamente, in questa sintesi, procederò per asserzioni.

È probabile che susciti seri dubbi, o molte domande, o sopracciglia alzate, o persino sorrisi ironici. Ma come dimostriamo progressivamente, non c’è dubbio che queste reazioni perfettamente comprensibili lasceranno il posto allo stupore, per non dire alla meraviglia, dopo di che arriverà il momento della negazione o dell’accettazione.
Perché è la dimostrazione che segue che sarà la più emozionante.

Ma vediamo ora le differenze fondamentali tra queste due versioni:

Infatti, se entrambe le versioni – quella biblica e la sua contraddittoria versione mitologica – credono, come dimostreremo, in una coppia umana primordiale, Adamo ed Eva, e parlano della loro unione, poi della loro ribellione alla sovranità divina per un desiderio di indipendenza, e delle conseguenze fatali che ciò ha avuto per loro e per l’umanità, esse differiscono essenzialmente sui seguenti punti:
– la loro concezione di Dio
– il motivo della creazione degli esseri umani e lo scopo della loro esistenza
– la conseguenza finale della loro colpa e come porvi rimedio.

RIGUARDO ALL’OPPOSIZIONE SULLA NATURA DI DIO :

Da un lato, la versione biblica presenta Dio come una persona a sé stante, un dio trascendente, un essere non solo unico e onnipotente, ma anche e soprattutto il concentrato assoluto e perfettamente equilibrato di tutte le qualità, con l’Amore in cima alla lista.
D’altra parte, la versione contraddittoria presenterà Dio non come una persona, ma come un “essere” immanente e impersonale, come un’energia presente ovunque in tutti i luoghi e in tutti gli esseri, a differenza del dio biblico che è “polarizzato in positivo”, “non polarizzato”, cioè tutto insieme, positivo, negativo, neutro, come l’associazione, la congiunzione o la fusione di tutti gli opposti (bene, male, maschile, femminile, tutto e niente, ecc.). Per questo motivo ci si riferisce comunemente a Lui/lei come al “grande Tutto”, nel tentativo di trasmettere sia la sua natura impersonale sia il fatto che Lui/lei è l’unione di tutti i possibili opposti.

A questa prima grande opposizione dottrinale se ne aggiungerà una seconda, quella di…

IL MOTIVO DELLA CREAZIONE DEGLI ESSERI E IL LORO SCOPO:

Secondo la versione biblica, Dio ha creato tutti gli esseri angelici e terrestri per amore, affinché anch’essi potessero godere della felicità di vivere e amare, e tutti loro, in quanto creature intelligenti dotate di libero arbitrio, siano essi angelici o umani terrestri, sono destinati a vivere eternamente nel regno paradisiaco in cui sono stati originariamente creati: un paradiso spirituale o “celeste” per gli angeli, o un paradiso terrestre per gli umani, rimanendo creature considerate figli o figlie del loro padre celeste. Vorrei anche sottolineare che la natura di queste creature rimane mortale, perché se una di loro scegliesse consapevolmente il male, la conseguenza sarebbe la degenerazione e la morte, il ritorno al nulla.

Secondo la versione contraddittoria, il motivo per cui tutti gli esseri sono stati creati è il risultato della divisione dell’Essere Supremo originario, il grande Tutto, nei suoi diversi opposti, in modo che tutti i tipi di mondi, esseri, nature e generi sono venuti all’esistenza.
Per quanto riguarda lo scopo di tutte le creature, non è che rimangano eternamente nel dominio in cui sono state inizialmente create, ma piuttosto che finiscano gradualmente per diventare divinità a sé stanti, fondendosi infine con l’Essere Supremo, il grande Tutto. Essendo un’estensione per scissione del grande Tutto, si insegna che queste creature sono tutte animate da un’anima immortale che permette loro, dopo la morte nel mondo fisico, di continuare a vivere in un’altra forma per raggiungere infine questo obiettivo finale.
(L’idea è che il Grande Insieme abbia creato ogni cosa scindendo il suo essere e che lo scopo di ogni cosa creata sia quello di ritornare al suo punto di origine, al Grande Insieme, con un primo movimento di flusso e un secondo movimento di riflusso, che noi intendiamo come un ciclo perpetuo di scissione e fusione).

Comprendiamo che questa concezione così diversa del dio supremo e della ragione profonda per cui l’uomo e la donna sono stati creati non li porterà a presentare allo stesso modo la ribellione della coppia primordiale nell’Eden, le sue conseguenze disastrose e i mezzi per ripararle, anche se entrambi ne parleranno.

SULLA QUESTIONE DELLE CONSEGUENZE DELLA FAGLIA EDENICA E SU COME PORVI RIMEDIO

En effet, dans la version biblique, la rébellion d’Adam et Eve sera présentée comme étant un acte d’ingrate folie, et, l’humain y étant une âme mortelle, comme la cause même de leur mort définitive, de leur retour au néant, à la poussière, et, par extension, de la transmission à leurs enfants, parce que nés après leur faute, d’une tare génétique les condamnant eux aussi à mort dès la naissance.(L’idea è che il Grande Insieme abbia creato ogni cosa scindendo il suo essere e che lo scopo di ogni cosa creata sia quello di ritornare al suo punto di origine, al Grande Insieme, con un primo movimento di flusso e un secondo movimento di riflusso, che noi intendiamo come un ciclo perpetuo di scissione e fusione).
Da qui la necessità di soddisfare la giustizia divina portando sulla terra una creatura angelica, come annunciato nella prima profezia della Genesi, un essere senza macchia né difetto, un messia, un Cristo che offra la sua vita in riscatto, che prenda il posto del malvagio padre primordiale e così salvi, riscatti, tutti i suoi discendenti e riapra le porte del paradiso perduto, per distruggere il diavolo e le sue opere.

Nella versione contraddittoria, questa stessa ribellione, pur essendo paradossalmente presentata allo stesso modo, cioè come un atto di follia egoista e ingrata, non avrà le stesse conseguenze per i nostri primi genitori.
Possiamo dire che ci saranno tre opzioni di presentazione dei fatti, tre sotto-versioni di questa versione contraddittoria.
In virtù del fatto che il Dio supremo è considerato il male, il nulla e il bene allo stesso tempo, ci saranno logicamente tre modi diversi per finire con la fusione con Lui/Lei:

IL RITORNO AL GRANDE TUTTO ATTRAVERSO LA VIA DEL MALE

La prima sotto-versione, che è molto in minoranza, sarà la via del male.
Consisterà nel dire che essendo il male una delle sfaccettature dell’Essere Supremo, il grande Tutto, il male è allora semplicemente un percorso come un altro (cioè come la ricerca del nulla o del bene) per finire alla fine con la fusione con l’Essere Supremo. La via del male viene presentata come un’altra via verso la divinità, poiché l’Essere Supremo o il grande Tutto è fondamentalmente malvagio per natura.
Da quel momento in poi, in questa concezione, l’atto di ribellione di Adamo ed Eva sarà presentato come un modello da seguire, poiché ha permesso loro, scegliendo la via del male, di riuscire a fondersi con il Tutto maggiore dopo la loro morte per questa via. A nostro avviso, questa è la base dottrinale dei vari movimenti satanisti che propugnano il male come via per l’illuminazione e che, nel corso dei secoli (come all’epoca della nascita di alcuni movimenti di gnosi cristiana), hanno presentato l’avversario di Dio, Satana Titano o Lucifero, come un aiutante di Dio al pari di Cristo e, dal loro punto di vista, il suo miglior rappresentante e la migliore guida da seguire.

IL RITORNO AL GRANDE TUTTO ATTRAVERSO IL NICHILISMO

La seconda sotto-versione sarà il sentiero del nulla.
Il sera lui aussi minoritaire, mais moins que son prédécesseur.
Il modo migliore per raggiungere la suprema divinità è la ricerca del nulla, dell’auto-annullamento.
Questa è la base dottrinale di tutte le correnti nichiliste che mirano a estirpare dall’anima umana, con qualsiasi mezzo, ogni movimento dell’anima, positivo o negativo, per raggiungere il “nirvana”, cioè la fusione con il grande Tutto primordiale, che, essendo il Tutto, è anche il Nulla.

IL RITORNO AL GRANDE TUTTO ATTRAVERSO LA VIA DELLA BONTÀ

Infine, la terza sotto-versione della contraddittoria versione biblica è che il modo migliore per raggiungere la rifusione con il Grande Tutto è la ricerca del bene.

È essenzialmente questa la versione in cui si è sviluppata la mitologia arcaica e antica (e anche se a volte si interseca con le prime due sotto-versioni), è senza dubbio la versione più chiaramente dominante, o almeno quella che veniva servita al popolo dal sommo sacerdozio.

Per questo motivo, nella nostra analisi della mitologia, ci occuperemo in particolare di questo aspetto, poiché è quello su cui si basa essenzialmente la mitologia.
Per quanto riguarda i primi due, non saranno ignorati in questa serie, ma saranno oggetto di una futura analisi specifica nel volume 8 dedicato alle religioni e ai culti.
Piuttosto che chiamare questa versione la sotto-versione della versione contraddittoria della Bibbia o della falsa religione universale originale, e poiché fa da sfondo alla Mitologia, la chiamerò semplicemente la versione mitologica. Nel dire questo, però, non dobbiamo perdere di vista il fatto che la Mitologia conteneva già i semi delle altre due vie minori (la via del male e la via del nulla).

Poiché, nella versione mitologica, il raggiungimento della divinità attraverso la via della bontà sarà alla base di tutta l’analisi dei volumi dal 2 al 4, credo sia particolarmente importante spiegarlo prima, il più brevemente possibile:

Tornando ai nostri primi genitori, ci verrà insegnato che, nonostante il loro terribile errore e le sue terribili conseguenze (ancora una volta avremo ampia dimostrazione che la mitologia riconosce questi fatti), sono comunque riusciti a riscattarsi attraverso la loro morte.

In che senso?

La versione mitologica, infatti, pur ammettendo che la loro ribellione li ha condannati a morte, presenterà questa morte come un’autosacrificio volontario, assunto e accettato, così che la loro condanna a morte sarà presentata come avente un carattere autosacrificale.
In una parola, Adamo ed Eva saranno presentati come se si fossero riscattati con la loro morte.
(Comprendiamo che, per i cristiani, questa è solo una negazione della necessità del riscatto di Cristo se i nostri primi genitori si sono redenti da soli).

Fondamentalmente, questa convinzione che i nostri primi genitori si siano purificati accettando la loro morte, e quindi con le loro stesse azioni, finirà per inserirsi in un quadro più ampio, quello della ricerca della sublimazione.

Sublimazione? Che cosa intende dire?

La fede nel potere della sublimazione consisterà infatti nell’affermare che un essere peccatore con difetti o colpe è in grado di liberarsene con i propri mezzi e sforzi. Ogni essere sarà in grado di lavarsi dai propri difetti, di perfezionarsi in senso stretto e di tornare perfetto con i propri mezzi, e quindi di fondersi alla fine con il Grande Tutto.
Comprendiamo che questo è il vero Graal o pietra filosofale degli alchimisti, perché la vera ricerca che sta alla base di questi simboli è quella dell’immortalità auto-acquisita, grazie alla sublimazione dell’essere che intraprende la ricerca interiore per lasciarsi alle spalle la sua natura umana peccaminosa, liberarsi delle sue scorie, diventare di essenza divina e fondersi così con il grande Tutto originario.

In relazione a ciò che hanno realizzato i nostri primi genitori, questa nozione di sublimazione sarà ampliata nel senso che verrà insegnato che la sublimazione può essere raggiunta non solo con una morte auto-sacrificale come quella attribuita a loro, ma anche nel corso di tre periodi: durante la vita di ogni essere, attraverso la sua morte e anche dopo la sua morte.

Vediamo brevemente queste tre possibili modalità:

IL POSSIBILE RAGGIUNGIMENTO DELLA SUBLIMAZIONE DURANTE LA SUA VITA: L’AUTOGIUSTIFICAZIONE ATTRAVERSO LE SUE OPERE

Si insegnerà che ogni essere è potenzialmente in grado di uscire dalla sua imperfezione durante la sua vita attraverso l’autogiustificazione delle sue opere.
Ad esempio, al credente verrà insegnato che se accumula un numero maggiore di azioni buone rispetto a quelle cattive, solo lui prevarrà su se stesso.
Gli verrà anche insegnato che finché si dedicherà all’osservanza di ogni sorta di riti codificati, sia che lusinghino i sensi e/o li frustrino, sia che siano di natura liberatoria e/o espiatoria, con, ad esempio, da un lato, riti di caccia mistica, canto mistico, danza mistica, sessualità mistica, intossicazione mistica… o, dall’altro, riti di ascesi, afflizioni, mortificazioni, scarificazioni, incisioni, autoflagellazioni… sarà possibile per lui raggiungere l’autopurificazione, uscire dal materialismo, trascendere la sua natura umana peccaminosa per raggiungere uno stato di grazia paragonabile a quello divino.
In pratica, solo un numero molto ristretto di persone, i cosiddetti “pochi eletti”, sarà considerato in grado di raggiungere questo risultato nel corso della propria vita.

IL POSSIBILE RAGGIUNGIMENTO DELLA SUBLIMAZIONE ATTRAVERSO LA SUA MORTE

È questa forma di raggiungimento della sublimazione che vedremo maggiormente nell’esame della vita di Adamo ed Eva presentata dalla mitologia, perché è soprattutto questo il mezzo che attribuirà loro per essere riusciti a sublimarsi, ad acquistare se stessi.
Le altre due possibilità di sublimazione dell’essere, durante la sua vita e dopo la sua morte, saranno due nozioni insegnate maggiormente all’attenzione del popolo dei credenti in questo percorso mitologico, ma non quando si tratta di parlare della coppia primordiale.

COME SI PRESENTERÀ QUESTA MORTE PER SUBLIMAZIONE PER ADAMO ED EVA?

Per far credere che Adamo ed Eva si siano riscattati (condannandosi) alla morte, che l’abbiano accettata e usata per sublimarsi, la prima coppia umana sarà molto spesso presentata nel mito, nei suoi vari avatar, come se si fosse offerta in sacrificio, accettando di morire per aprire la strada all’immortalità e mostrare così la via ai propri figli.
Vedremo che questo si manifesterà spesso per ognuno di loro nella descrizione di una morte simile a quella di Cristo, per esempio impiccata o legata a un palo.
Va sottolineato, tuttavia, che mentre questa presentazione avrà spesso tutte le caratteristiche di un sacrificio simile a quello di Cristo, non è assolutamente della stessa natura di quello biblico, poiché mentre il sacrificio di Cristo è un sacrificio sostitutivo (nel senso che muore come riscatto per salvare persone prigioniere e incapaci di salvarsi da sole), il sacrificio di Adamo ed Eva sarà presentato come auto-sacrificale. Sarà un sacrificio dell’ego, nel senso che non stanno riscattando nessuno se non se stessi. Tuttavia, compiendo questo sacrificio, questo auto-acquisto, verrà insegnato loro che hanno indicato la strada ai loro figli che, se vogliono anch’essi raggiungere la sublimazione, devono essere pronti a fare lo stesso. Ecco perché Adamo ed Eva, nei loro vari avatar divinizzati, sono presentati come guide per i morti, guide nell’aldilà che mostrano ai loro devoti-figli la via d’uscita dalle tenebre della morte e, attraverso la loro morte, raggiungono infine l’essenza divina come loro.

IL LEGAME TRA LA PROMESSA DI UN FIGLIO SALVATORE E IL POTERE SPECIALE DATO A EVA DI PERMETTERE AL MARITO DI SUBLIMARSI E RINASCERE COME FIGLIO-DIO, LA CONTROPARTE MITOLOGICA DEL CRISTO BIBLICO

A questa nozione se ne deve aggiungere un’altra che sarebbe arrivata a conferire a Eva, la madre primordiale divinizzata come dea-madre, un potere molto speciale, un potere che alla fine le avrebbe garantito la preminenza nel culto.

Dobbiamo capire che la prima profezia della Genesi (Genesi 3:15), che annunciava la venuta di un Cristo salvatore, un figlio, un seme, che avrebbe distrutto le opere di coloro che si opponevano al vero Dio biblico, introduceva la nozione di figlio.

Vedremo poi che anche la mitologia si è totalmente riappropriata di questa venuta all’esistenza di un figlio salvatore.
Lo fa in modo piuttosto sorprendente, insegnando che il Padre degli dèi (l’uomo primordiale, Adamo, divinizzato), pur essendo riuscito con i suoi mezzi, attraverso la sua morte presentata come autosacrificale, a redimersi e a diventare così la grande divinità, aveva comunque scelto, per amore dei suoi figli, di rimanere sulla terra, per continuare a svolgere il duplice ruolo di sovrano e di guida spirituale per i suoi figli.

A tal fine, e affinché egli stesso potesse svolgere il ruolo di messia-salvatore annunciato, si insegnava semplicemente che si era reincarnato in suo figlio, e così via, per estensione, in tutti i membri della sua principale stirpe o dinastia fisica e spirituale.
(In questo senso, ad esempio, il faraone o i faraoni sono la reincarnazione del grande dio solare Re).

È quindi essenziale capire che il figlio, in tutte le triadi della mitologia, è semplicemente la reincarnazione del Padre, dopo che quest’ultimo ha raggiunto la divinità.

Questo libro esamina tutti i simboli utilizzati nella mitologia per rappresentare il figlio, e sono molti.

Vedremo anche che, come i suoi genitori, anche il figlio-messia pagano, nella maggior parte dei suoi avatar, sarà presentato come una divinità guida eroica che mostra agli esseri umani, con l’esempio, come intraprendere con successo il cammino della sublimazione e quindi raggiungere la divinità.
Vedremo che, anche se la mitologia riconosce il principio di un riscatto per cancellare i peccati, si tratta essenzialmente di un Cristo, non nel senso cristiano del termine, cioè che offre la sua vita come sacrificio sostitutivo, ma piuttosto di una divinità guida che insegna che ogni persona può salvarsi da sola, in virtù del dogma mitologico che è, come avrete capito, che ogni persona è il proprio Cristo salvatore.

Detto questo, è anche essenziale capire con quali mezzi avverrà questa reincarnazione, o rinascita del Padre nel Figlio:
Come vedremo, la prima profezia della Genesi annunciava che la venuta del Messia sarebbe avvenuta per mezzo della “Donna”, per usare l’espressione della Genesi.
Ora, senza entrare nei dettagli della sua reale identità biblica, la Mitologia si riapproprierà anche di questo elemento della profezia, ma applicandolo a Eva. Secondo la versione mitologica, è attraverso Eva che sarebbe arrivato il Cristo sacerdote-re promesso.
Questa sarebbe la base dottrinale per insegnare che il marito, morto e divinizzato, per tornare sulla terra e svolgere il suo ruolo di Cristo Re-Sacerdote, avrebbe dovuto tornare nel grembo di Eva, la dea-madre, per rinascere sotto forma di figlio-Dio.
Si capisce che questa è la base delle triadi o trinità Padre/Madre/Figlio che abbondano nella mitologia (Osiride, Iside e Horus, per esempio).

Inoltre, per un cambiamento dottrinale, e sebbene allo stesso tempo si insegnasse che il padre degli dèi si era comprato da solo, si insegnerà che fu anche il suo passaggio, alla sua morte, attraverso il grembo della dea-madre che gli permise di sublimarsi.
In altre parole, al grembo della dea madre sarà concesso il potere di averlo lavato, purificato dalle sue colpe, per renderlo la grande divinità capace di fondersi con il grande Tutto o, quindi, di rimanere sulla terra attraverso la rinascita per continuare a servire da guida come figlio reincarnato del padre.
Questo processo di purificazione realizzato dalla matrice sarà addirittura descritto come il risultato di una triplice azione di purificazione dell’anima, con tre azioni che si ritiene vengano compiute da essa:
1. miscelazione e macinazione dell’anima
2. sbattendo, mescolando o zangolando l’anima
3. bruciando l’anima
Nel quarto stadio, sarà liberato e rinascerà come anima purificata di essenza divina o come figlio.

Esamineremo tutti i simboli – e sono molti – che simboleggiano la matrice della Dea Madre, nonché quelli che riflettono la realtà del suo processo di purificazione.

Vedremo anche che questo grembo e, per estensione, tutti i fluidi corporei della dea-madre e persino del padre degli dèi hanno la virtù di procurare l’immortalità attraverso il loro assorbimento letterale. Osserveremo anche tutti i simboli – e ce ne sono molti – che attestano e riflettono questa stessa idea.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE PER I CREDENTI NEL PERCORSO MITOLOGICO (DEL BENE) VERSO LA SUBLIMAZIONE NELLA MORTE?

Logicamente, lo stesso ragionamento con cui l’uomo primordiale divinizzato, il Padre degli dei, era riuscito a sublimarsi nella morte, veniva applicato ai credenti:
Dovevano cercare, come fece il Padre degli Dei, di avvicinarsi alla loro morte e di “vivere la loro morte” come un autosacrificio per pagare le loro colpe passate, come un sacrificio dell’ego. Questa è senza dubbio la ragione dottrinale per cui i candidati al sacrificio umano venivano adornati con tutte le virtù, poiché questa offerta volontaria di sé alla grande divinità veniva presentata come il modo migliore per pagare le proprie colpe, imitarla e, come lei, tornare a essere divini.

Tuttavia, se per caso – e questo era ovviamente il caso della maggioranza – non si riteneva che avessero un livello spirituale sufficientemente alto per raggiungere questo obiettivo, si insegnava loro in ogni caso che la morte era simile a un ritorno al grembo della dea madre, a un momentaneo periodo di oscurità segnato certamente dai tormenti dell’anima generati dalla sua triplice azione di purificazione (la macinazione, la trebbiatura, il rogo), ma il risultato finale sarebbe stato che (tranne i più vili tra loro) alla fine ne sarebbero usciti lavati, purificati e sublimati, per diventare essi stessi divinità al di fuori della sfera celeste o per avere una nuova nascita terrena.

IL POSSIBILE RAGGIUNGIMENTO DELLA SUBLIMAZIONE DOPO LA MORTE: QUALI CONSEGUENZE HA PER I CREDENTI NELLA MITOLOGIA?

In generale, se il credente mitologico non era stato in grado di sublimarsi durante la sua vita, doveva accettare come necessaria l’idea della sua morte umana, della distruzione del suo corpo e di una punizione nel grembo della Dea Madre, nell’aldilà, per pagare e purificarsi dalle sue colpe passate. Per essere totalmente purificato e poter sperimentare, grazie a lei, una nuova nascita, una rigenerazione, che gli permetta, dopo aver subito il suo ciclo di purificazione e anche dopo molteplici rinascite o reincarnazioni, di riuscire finalmente a tornare ad essere pura essenza divina, a fondersi con il grande Tutto, l’essere supremo.

Comprensibilmente, questa accettazione del fatto che la morte fosse un passaggio di sofferenza temporanea, necessario per rinascere attraverso la matrice della dea madre, costituirà la base dottrinale di molti insegnamenti sulla condizione dei morti.

Di conseguenza, si ritiene che gli spiriti dei defunti (o spiriti dei morti) nell’aldilà condividano diversi incantesimi, che possono essere classificati a grandi linee in tre categorie principali:

Le “anime buone”, spesso dopo aver subito una qualche forma di punizione per i loro atti riprovevoli, otterranno una forma intermedia di beatitudine prima che un giorno, a seconda della loro evoluzione, si fondano con la divinità suprema.

Coloro che non hanno compiuto abbastanza buone azioni durante la loro vita vagheranno in dimensioni, luoghi transitori di sofferenza (limbo, purgatorio, stati intermedi di reincarnazione) da cui potranno, per gelosia o cattiveria, continuare a causare danni ai viventi, che sarà poi necessario cercare di placare e aiutare per finire nella stessa condizione dei primi.

Le anime più vili andranno in un luogo di sofferenza definitiva, preludio dell’inferno.

LA GRANDE TUTTA

Comprendiamo che questo potere di purificazione concesso alla dea madre le conferirà un vero e proprio ascendente sul marito, un ruolo predominante. Il fatto che sia diventata la madre del Padre degli dei, la Madre di Dio, ha stabilito la sua onnipotenza a tal punto che, come vedremo, il Grande Tutto, l’Essere Supremo della mitologia, che normalmente dovrebbe essere poligenerale, ha finito per essere fortemente femminile…
A questo punto, avremo raggiunto la fine del nostro esame e chiuso il cerchio con la nozione preliminare di Essere Supremo esaminata nell’introduzione.

Nella conclusione del volume 2, esporremo in termini abbastanza semplici i vari marcatori dottrinali che differenziano le due versioni originali, biblica e mitologica.

Concludo questa sintesi comparativa delle due religioni dicendo che è assolutamente indispensabile comprendere queste nozioni elementari, perché tutta la mistica arcaica e antica si basa su di esse, e vi sarà quindi utile, credo, ritornare periodicamente su di esse per situare chiaramente lo stadio in cui si trova l’oggetto del vostro esame.

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